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al testo di Emilia Filocamo
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Così trascorrerai l'abitudine: dalle campane partirà la festa e neri mandriani oscuri correranno fianco a fianco, il dorso è notte. Mentre tintinnano le tavole solleticate dal battaglio della fame e ognuno è al posto di comando per il lavoro commissionato, una maestranza di ricordi e ingiustizie sfogherà la furia negli angoli dei piatti, tra i gusci ripassati fino alla nausea. Sappi che in tutte le mie vicende sono conficcati il tuo nome, la dosata malta caucasica del tuo mento e ogni giuntura. Proveranno acute manovre di disincaglio, il tentativo di disostruzione e purificazione ripetuto ad intervalli regolari, una prece sgrassa - confessione. Si aspetteranno dal mio sterno e dalle labbra sviluppare eiezioni, gli invocati scoli di un salasso a cui far seguire un amen. Ma più mi rivolteranno, più mi imberrò di te. Mi sorrideranno credendo deviato in cicatrice il desiderio, ed è proprio lì che mi allaga. |
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